“Ecco la silhouette di questo nuovo palazzo, nel quale entreremo fra qualche mese. La sua mole imponente, già iscritta nel cielo con linee maestose, attesta il vigore del cinema francese e la fiducia di coloro che guidano questa grande industria nazionale verso orizzonti più ampi”.
Così ha modo di annotare Max Renneville il 29 ottobre 1931 sulla rivista Cinémonde. Il “nuovo palazzo ” già di per sè mitico e stravagante che viene costruito a Parigi si chiama Le Grand Rex, è un enorme cinema Art Déco e apre le porte al pubblico, invitato a vedere sul grande schermo I tre moschettieri di Henri Diamant-Berger, l’8 dicembre 1932.
È Jacques Haik, produttore e pioniere del cinema sonoro, a sognarlo a occhi aperti. Ciò che vuole è una sala cinematografica di 2.000 metri quadrati che possa contenere migliaia di persone. Per realizzarla, si avvale dell’aiuto dell’architetto francese Auguste Bluysen e dell’ingegnere John Eberson, già noto per i suoi “teatri d’atmosfera ” nordamericani, spazi al chiuso progettati per dare agli spettatori l’illusione di trovarsi all’aperto in luoghi onirici. Per ottenere questo risultato, il team di costruttori s’ispira a un progetto monumentale che sta per essere edificato a New York: la Radio City Music Hall.
Ciò che ancosa oggi colpisce del Grand Rex è anzitutto l’atmosfera creata da La Grande Salle, che trasporta idealmente i 2.750 spettatori – che si ritrovano sotto un magico cielo stellato – nella Côte d’Azur. Le pareti, poi, sono fiancheggiate da bassorilievi colorati nello stile piacevolmente kitsch di certe ville dei primi anni del ‘900. Nel 1935, tuttavia, in seguito ai devastanti effetti della crisi economica mondiale che imperversa dal 1929, Jacques Haik non ha altra scelta che dichiarare bancarotta e vendere Le Grand Rex alla casa di produzione cinematografica Gaumont.
© Luigi Mantovani
Durante il secondo conflitto mondiale, proiettando esclusivamente film di propaganda imposti dal regime nazista l’edificio viene requisito e rinominato Soldatenkino a uso e consumo dei militari tedeschi in licenza. Nel settembre del 1942, invece, è oggetto di un attentato dinamitardo ordinato dal gruppo d’azione partigiano Détachement Valmy, mentre a guerra conclusa viene trasformato in un centro d’accoglienza per i prigionieri rimpatriati.
Il grande rilancio avviene a partire dal 1945, con la proiezione dei principali film di Hollywood che erano stati vietati durante l’occupazione nazista. In particolare, nel 1946, viene proiettato il 1° film di Walt Disney, Pinocchio. Da qui in poi, Le Grand Rex passerà da un successo all’altro facendo sfilare sul suo tappeto rosso star del calibro di Gary Cooper e di Mylène Demongeot, che inaugura nel 1957 la scala mobile, prima nel suo genere a essere installata in una sala cinematografica europea dopo l’altra prodezza tecnologica datata 1953: la prima proiezione in Francia di un film in cinemascope.
E sono innumerevoli le celebrities che varcano la soglia del Grand Rex per promuovere i loro film. 2 per tutte, ed entrambe nel 1963: Alfred Hitchcock con Gli uccelli e Liz Taylor con Cleopatra.
Oggi il Grand Rex è più di un semplice cinema. Dal 1997 ha infatti ampliato la programmazione a festival e a concerti, mentre nel 2017 ha avviato un programma di ristrutturazione terminato nel 2022, in occasione del 90° anniversario, con risultati eclatanti: il ritorno all’eleganza e allo splendore degli anni 20, inclusa l’emblematica insegna luminosa rotante con la scritta REX.