Ci sono sculture contemporanee, a Firenze, che più e meglio di altre seguitano a confrontarsi en plein air con gli antichi splendori di piazza della Signoria. Sculture che svettano metafisicamente a Palazzo Vecchio e si alimentano di luce riflessa nelle sale di Palazzo Strozzi. Sono le creazioni di 2 fra i più controversi, discussi e duchampiani artisti: il ”giocattolaio” Jeff Koons e il “ricamatore” Francesco Vezzoli, costantemente in creativa, kitsch e perciò fascinosa circolazione.
Jeff Koons e Hulk (Tubas), 2004-2018
Sono 8 le sale di Palazzo Strozzi – preannunciate nel cortile dal monumentale Balloon Monkey (Blue) – abitate/frequentate da Shine, l’esposizione più lucente che ci sia delle opere metallicamente cult di Koons. Il quale puntualizza: «Quando osservo un oggetto per fare una scelta, non posso semplicemente prenderlo e ricrearlo in metallo poiché non funzionerà. Ci sono parecchi oggetti che non posso utilizzare, dal momento che non si trasformeranno né daranno informazioni psicologiche e artistiche pertinenti al mio vocabolario. Ma ne esistono altri che sono perfetti per questo».
Ad esempio i suoi toys “gonfiabili”, ludicamente Pop, come il Rabbit e il Balloon Dog (Red); oppure frammenti del consumismo capitalista come il Baccarat Crystal Set; o ancora, ready-made del tipo Incredibile Hulk “imbragato” dalle tube (Tubas), quegli strumenti musicali a fiato che Giuseppe Verdi ebbe l’ardire di apostrofare “bombardoni”.
Lobster, 2007-2012
Oltre a scandire lo splendore e il bagliore, l’essere e l’apparire, la cultura alta e la cultura bassa, il tempo e lo spazio, la superficie e la profondità, il materiale e l’immateriale, le riflettenti sculture koonsiane – fra le tante che narrano 40 anni e più di carriera dell’americano spiccano, direttamente dagli anni 70 e 80, il pallone da basket immerso nell’acqua distillata (One Ball Total Equilibrium Tank) e gli Inflatable Flowers; dagli anni 90 il sacro cuore (Sacred Heart Magenta/Gold) e i tulipani (Tulips); dagli anni 2000 l’aragosta coi baffi à la Salvador Dalí (Lobster) e la Seated Ballerina – hanno l’indiscutibile pregio di porvi dinnanzi a uno specchio in cui riflettervi, per poi collocarvi giusto al centro del rinascimentale habitat di Palazzo Strozzi.
Pietà, 2021
Niente lacrime, stavolta, ricamate sui volti delle star hollywoodiane. Francesco Vezzoli in Florence, presentata dal Museo Novecento di Firenze e dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, ricalca idealmente la mostra che nella natìa Brescia ha visto 8 sculture dell’artista svettare nel Parco Archeologico e al Museo di Santa Giulia.
Sono 2, in questo caso, le opere progettate e scolpite nel 2021 per altrettanti luoghi simbolo fiorentini. Se piazza della Signoria svela l’installazione site-specific intitolata Pietà e collocata sopra un antico basamento, che raffigura un gigantesco leone rampante dai tratti novecenteschi nell’atto di stritolare tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., La Musa dell’Archeologia piange è collocata all’interno dello Studiolo di Francesco I de’ Medici realizzato fra il 1569 e il 1573, che evoca suggestioni iconografiche, esoteriche e astrologiche. Mattatrice, qui, è una figura di togato romana su cui è innestata una bronzea testa che cita metafisicamente Gli archeologi di Giorgio De Chirico.
La Musa dell’Archeologia piange
© Ela Bialkowska/OKNO studio
Con le sue nuove “muse inquietanti” che rifuggono l’armonia delle forme concentrandosi su una surrealtà fantastica, archeologica, prodiga di memorie e di invenzioni, Vezzoli rende più che mai contemporanea la cultura classica. E lo fa nella piazza che è per definizione la culla del Rinascimento.
Jeff Koons. Shine
Fino al 30 gennaio 2022, Palazzo Strozzi, piazza Strozzi, Firenze
tel. 0552645155
Catalogo Marsilio Editore, € 40
Francesco Vezzoli in Florence
Fino al 2 febbraio 2022, piazza della Signoria e Palazzo Vecchio, Firenze
tel. 0552768224