Bentornato Sua Altezza il Principe di Galles, eccellenza del tessuto reso popolare in Inghilterra dall’erede al trono Edward VII, diventato un classico del ‘900 indossato dal nipote Edward VIII, dandy per antonomasia, ma in particolare sfoggiato dai possidenti inglesi che nell’800 si erano trasferiti in Scozia: i quali, non avendo la possibilità di utilizzare i disegni dei clan locali, adottarono come emblema distintivo questo genere di pattern a quadri conosciuto come Glen Urquhart plaid (quadrettato della Glen Urquhart, la valle dell’Inverness-shire scozzese).
L’inchino più (anti)aristocratico al cospetto del Prince of Wales l’ha fatto il Victoria and Albert Museum di Londra con la mostra Fashioned from Nature dedicata a Vivienne Westwood, l’iconica creatrice degli stili contrapposti, dei pantaloni e delle gonne, del colore e del nero. È stata lei, in definitiva, a trasportare dall’800 a oggi il prezioso tessuto adeguandolo alla novità e alla provocazione.
E poiché le eccellenze rimangono tali per sempre, eccolo riapparire nelle ultime sfilate mischiato, accompagnato, unito, sfrangiato con tutte le soluzioni richieste da una moda costantemente alla ricerca di nuove sensazioni. Quindi rivisitiamo i tessuti e recuperiamo l’artigianalità, recita lo slogan degli stilisti.
Se Dolce & Gabbana drappeggiano il Principe di Galles su un abito monospalla, Ermanno Scervino gioca con le sovrapposizioni mentre Versace propone un’inedita versione del tailleur sartoriale decisamente più aggressive ma giovanile. Max Mara, infine, segue la linea più classica con il tailleur 3 pezzi impreziosito da un foulard in puro british style, per gridare con orgoglio «Long live Prince of Wales!».
Foto: Edward VIII
Vivienne Westwood, Classic Waistcoat Blue Prince Of Wales Check
Dolce & Gabbana
Ermanno Scervino