Oggigiorno, purtroppo, capita di scoprire l’esistenza di una novità discografica qualche mese dopo la sua uscita. E capita, a maggior ragione, quando di tratta di progressive rock: un mondo che a 50 anni dai suoi esordi trionfali si conserva ancora vitale e ricco di inventiva, in una nicchia del mercato musicale che meriterebbe maggiore attenzione.

D’altronde i musicisti prog italiani hanno sempre avuto un ruolo significativo. Perciò non sorprende che ancora riescano a realizzare lavori stimolanti come questo Si no sabir…tazir!, un concept album che segna l’esordio di un “supergruppo” di veterani che si è battezzato Antiche Pescherie nel Borgo. Di “supergruppo” si può ben parlare, considerando la provenienza di parecchi componenti: i tastieristi Maurizio ed Enrico Venegoni (Consorzio Acqua Potabile), i chitarristi Paolino Doria (Gamba de Legn) e Luca Musso, Alvaro Fella e Dario Guidotti (rispettivamente voce solista e flauto-sax-voce dei Jumbo), il bassista Augusto Gentili e il batterista Massimiliano Varotto.

Antiche Pescherie nel Borgo

L’album, arricchito da un booklet illustrato, contiene 8 brani con atmosfere sonore molto differenti e felicemente inserite nelle storie che raccontano. Perché le storie sono importanti, eccome! E non c’è dubbio che qui la trovata più sorprendente sta nella lingua con cui vengono raccontate: il sabir, un arcaico dialetto di pescatori e uomini di mare che si usava a Venezia ai tempi delle repubbliche marinare. Infatti da sempre il prog non è solo musica piena di energia e inventiva, ma è anche mito, viaggi favolosi, immagini visionarie, spirali di tempi perduti… E se gran parte delle musiche sono rielaborazioni di traditional (specie irlandesi), ma anche di qualche hit di gruppi internazionali più o meno noti, è spesso attraverso le storie poeticamente raccontate in questo strano linguaggio (e interamente raccolte nel libretto), che l’ascoltatore viene coinvolto, magari anche un po’ stregato.

Augusto Gentili (basso) e Alvaro Fella (voce)

Già il 1° brano, Corte Sconta, ci introduce attraverso le porte magiche di un’antica leggenda veneziana; Sorisu nel vedru, ci svela gli intrighi e i segreti dei favolosi artigiani del vetro soffiato; mentre con Tocheti pocheti si entra addirittura nei misteri della cucina, con la ricetta del “bisato” (l’anguilla) in teglia. C’è fantasia, incanto e umorismo, come segnala già il titolo del concept album: se non c’è il sapere, meglio tacere. Siamo all’interno della tradizione prog più colta e ricca di citazioni, un nucleo incandescente ben lontano dalla fase di spegnimento.

Una segnalazione a parte, meritano i 2 brani originali: Il nome è Lemuel, composizione di Maurizio ed Enrico Venegoni ispirata al protagonista dei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift; e Bhairavi – Profumi d’Oriente, composta e arrangiata da Augusto Gentili. E su questa strada è possibile che l’avventura delle Antiche Pescherie nel Borgo abbia un seguito significativo, a dispetto della nicchia in cui sembra confinato oggi il progressive rock. Questa felice miscela di sonorità elettroniche e acustiche, con venature jazzy e folk, può ancora dire molto, soprattutto appoggiandosi al piacere di raccontare storie fantastiche e viaggi ultramondani.

Cd o Lp disponibili su Amazon o per e-mail, scrivendo direttamente al “deus ex machina” Maurizio Venegoni: veneg@tiscali.it