“Uno di questi giorni bisogna che vada da un massaggiatore. Pare che facciano miracoli, quelli bravi. Figurati che Gigi, te lo ricordi Gigi? Figurati che lui si è trascinato un dolore a una spalla per anni. Pare che fosse fastidioso. Lo metteva di malumore. Te li ricordi i suoi musi lunghi? Bene. Provò di tutto: forni, roentgenterapia, marconiterapia, infrarossi. Il dolore se ne andava per un po’, poi, al primo accenno di umidità si ripresentava puntuale, magari più acuto di prima. Un giorno, Gigi si era ormai rassegnato a convivere con quell’impiastro, gli capitò per caso di parlarne alla portiera, una di quelle donnette che sanno tutto di tutti. Lei lo ascoltò con la scopa in mano, attenta come un furetto. Poi, di colpo, illuminandosi in faccia, gli si fece sotto e lo informò che le era spesso accaduto di sentir nominare un bravissimo massaggiatore, uno che tirava diritti anche i vecchioni storti come una virgola. La brava donna, il suo nome era Ines, aggiunse che, se lo voleva, poteva procurargli nome e indirizzo di quel mago. Gigi non credeva alle sue orecchie. La speranza tornò subito a fargli compagnia. Per farla corta, ebbe l’indirizzo. Ci andò e in cinque sedute non solo divorziò dal dolore alla spalla, ma si sentiva così ringiovanito che decise di continuare il trattamento a base di massaggi e unguenti vari. È un peccato che la ditta lo abbia trasferito in Germania. Altrimenti avrei potuto procurarti l’indirizzo del massaggiatore“.
“Hai per caso intenzione di farti massaggiare anche tu?“.
“Perché no? Ho quarant’anni, ma me ne sento addosso molti di più. La vita del travet che continuo a fare mi ha tirato più vecchio del dovuto. Ti confesso che mi farebbe piacere scrollarmi di dosso qualche annetto. E poi sapessi che lagna ogni mattina sentirmi la spalla bloccata e dolorante. Ho deciso. Uno di questi giorni voglio cominciare una serie di sedute a base di massaggi“.
“E chi te li fa?“.
“Un massaggiatore, no?“.
“E dove lo trovi?“.
“Basta cercare sugli annunci pubblicitari dei giornali. Ce ne sono una fila ogni giorno“.
“Quelli?!“.
“Certo, quelli. Che cosa c’è di strano?“.
“Ti senti bene ? No, dico, parli seriamente?“.
“Sicuro, perché?“.
“Senti: o sei un po’ pirla tu, o prendi me per tale. In quei posti ti fanno tutto meno quello che cerchi tu“.
“Ah sì ? Allora spiegami perché pubblicano quegli annunci sui giornali, tutti i giorni, per il piacere di spendere i soldi dell’inserzione?“.
“Ma noo! Per il gusto d’incastrare i coglioni come te! Che cosa pretendi che scrivano:
- abilissima puttana offresi. Prezzi modici.
Oppure: - Smeralda, come ti faccio godere io non c’è nessuno
“Ma sei proprio un arido e contorto materialista! Non riesci proprio a concepire, a credere in qualcosa di pulito? È mai possibile che, per te, inganno e corruzione si infiltrino dappertutto, persino nelle cose più semplici e chiare, come questa del resto?“
ABILE MASSAGGIATRICE, RISERVATISSIMA
Riceve 11- 20
Via delle Camelie, 15
Citofonare ROSY
“Questa è troppo frivola. Una massaggiatrice di nome Rosy non dà certo l’idea di serietà professionale. E poi, riservatissima, perché mai? Chiunque può sapere che io, il ragionier Luigi Colombo, contabile di provata esperienza, vado a farmi massaggiare. Che cosa mai c’è di strano? Non credo che costei abbia molti clienti. Scartata senza esitazione. Vediamo quest’altra“.
ESPERTISSIME MASSAGGIATRICI
RICEVONO FINO ORE 24. ATMOSFERAVIALE MIMOSE, 1
citofonare Titty
“Questa non si discosta molto dalla precedente. Chi, di grazia, va a farsi massaggiare a mezzanotte? Atmosfera? Ma di quale atmosfera parlano? Niente da fare“.
DIPLOMATE MASSAGGIATRICI
Piazza Trinità, 5 – Tel. 252525
CITOFONARE COLOMBO
“Oh! Eccola qua, finalmente! Concisa, chiara. Questa fa al caso mio. E poi si chiamano Colombo, come me. La sento come una garanzia di fiducia. Chiamo subito“.
“Pronto? Buon giorno. Il mio nome è Colombo…, come? No no! Non scherzo. Anch’io mi chiamo così. Ho letto l’annuncio sul giornale e vorrei prendere un appuntamento…“.
“Certo, signor Colombo, le va bene sabato pomeriggio alle quattro?“.
“Mi va benissimo“.
“La manda qualcuno, signor Colombo?“.
“Mah…, nessuno. Ho letto l’inserzione, mi è piaciuta ed eccomi qua. È necessario essere mandati da qualcuno?“.
“Beh, non è indispensabile, ma sa, con i tempi che corrono ci vuole una certa prudenza…”.
“Prudenza?“.
“Eh sì, sapesse…, desidera qualche servizio in particolare oppure si affida a noi?“.
“No, niente di particolare: un bel trattamento generale che mi scarichi i nervi. Sa, la tensione a cui siamo sottoposti giornalmente ci logora il sistema nervoso…, e poi ho una spalla che ha bisogno di essere rimessa in sesto. Mi capisce?“.
“Certo che la capisco, signor Colombo. Le assicuro che rimarrà soddisfatto del nostro trattamento e tornerà a trovarci… Le raccomando una cosa: sia puntuale e citofoni“.
“Non mancherò, signorina, io sono sempre puntuale“.
“A sabato, signor Colombo“.
“Allora, l’hai trovato il tuo massaggiatore?“.
“Sì, ma è una massaggiatrice“.
“Ne ero sicuro“.
“Sei un indovino“.
“Non è proprio necessario essere indovini. Basta sapere come girano le cose da quelle parti“.
“Oh, dai! Non ricominciamo con le solite allusioni“.
“È per sabato pomeriggio “.
“Bene. Allora, preparati. Fatti un bel bagnetto. Profumati tutto…“.
“Cretino!“.
“Sai che fulmine a ciel sereno se in ditta sapessero che il ragionier emerito Luigi Colombo, quarantenne, scapolo, integerrimo cassiere da almeno vent’anni, l’uomo al quale ogni buon padre di famiglia affiderebbe la figlia diciottenne a occhi chiusi e con animo sereno, si è lasciato trascinare nella spirale del sesso a pagamento in una casa di tolleranza, come si diceva una volta, privata e a pagamento!“.
“Se non la pianti con queste basse ironie, ti garantisco che ti tolgo il saluto!”.
“Apri gli occhi, pirlone! In che mondo vivi? La vita è questa, non quella che ti sei inventato tu!“
“Siii?“.
“Buon giorno, signorina. Sono Colombo, ho un appuntamento, ricorda…?“.
“Oh! Buon giorno signor Colombo, salga pure, siamo al quarto piano, l’ascensore è a destra“.
“Eccola! Ora, dopo tanto parlare tra telefono e citofoni, finalmente ci conosciamo di persona. Sa che lei è molto più giovanile di quanto ci si immagina parlandole per telefono? È anche carino…”.
“Oh ! Grazie del complimento, lei mi confonde. Anche lei è molto carina…“.
“Entri, si accomodi e mi chiami Franca. Qual è il suo nome signor Colombo?“.
“Il mio…? Mi chiamo Luigi, signorina“.
“Posso chiamarla Luigi?“.
“Se le fa piacere…, perché no?“.
“Marinaaa! Vieni che ti faccio conoscere Luigi“.
“Eccomi!“.
“Ti presento il signor Colombo, ma noi due ci chiamiamo già per nome. Lui è Luigi“.
“Tanto piacere, Luigi…“.
“… e questo è il soggiorno. Come hai visto c’è l’anticamera, la cucina, due camere da letto, doppi servizi e questo soggiorno grande grande che si unisce all’anticamera. Ti piace?“.
“Sì, molto, ma i trattamenti…, dove li fate?“.
“Ma…, nelle camere da letto, naturalmente…, a meno che tu non preferisca il grande divano…, o il tappeto dove sei ora. Ti garantisco che è morbido come un cuscino… Insomma, dove vuoi tu, sai ci capitano clienti tanto strani, a volte…, ma mettiti comodo. Bevi qualcosa? Un caffè, un brandy, cosa preferisci?”.
“… prendo un caffè, grazie…, ma non vorrei dare troppo disturbo… “.
“Ma cosa dici, Luigi, sei un ospite qui!“.
“Mi permetto di affermare che avete tatto e sensibilità con i clienti. Ho ricevuto un’accoglienza che, vi garantisco, non mi aspettavo così calorosa. Immagino abbiate molti clienti?“.
“Oh sì, Luigi! Tantissimi!“.
“Vogliamo cominciare…“.
“Eccomi, sono pronto!“.
“Ci vuoi tutt’e due o ne preferisci una sola? Naturalmente la tariffa raddoppia se veniamo entrambe“.
“Mi affido a voi, pensate sia meglio in due?“.
“Di sicuro! In coppia si lavora meglio. E poi Marina ed io abbiamo un affiatamento favoloso!”.
“Mi avete convinto, ma non costerà troppo?“.
“ Oh, dai! Non pensiamo al denaro, adesso …“.
“Spogliati, Luigi“.
“Come sei buffo con quei mutandoni lunghi lunghi, la giarrettiera…, ma sono cose che non si usano più!“.
“Non so che ci troviate di tanto buffo nel mio abbigliamento. Mi sono sempre vestito così. Ora che faccio? Mi sdraio sul letto?“.
“Sì, sdraiati, rilassati. Pensiamo noi a tutto“.
“Ma che cosa fate? Vi spogliate anche voi?“.
“Sei davvero uno strano tipo, sai. Non possiamo mica lavorare vestite?!“.
“Ah, sì…, già è vero…, dovete avere libertà di movimento…, fa molto caldo qua dentro…, non è vero?“.
“Sei carino Luigi…“.
“Grazie, anche tu…“.
“Baciami, Luigi“.
“!!??“.
“Dai, Luigi, baciami!“.
“Ma cosa dici? Io…“.
“Le belle storie cominciano sempre con un bacio…“.
“Ma cosa fate, ragazze. Lasciatemi…, siete impazzite! Certe cose non le ho mai fatte…, non in questo modo…, per favore. Franca, Marina! Signorine! Io non posso…, scusatemi…C’è stato un malinteso…, ero venuto per dei massaggi… Allora, aveva ragione Luca…, le risate che si faranno in ditta se lo vengono a sapere! Io non ero a conoscenza…, lo giuro. Non sapevo, non credevo…, lo giuro! Scusatemi, scusatemi tanto!“.
“Nessuno si muova!“.
“Franca, la polizia! Siamo fottute!“.
“È stato quest’idiota, sicuramente!“.
“Non parlate! Vestitevi in fretta e seguiteci in Centrale. Da un mese controllavamo i vostri movimenti. C’era un bell’andare e venire quassù. Minorenni a strafottere…, ora so’ cazzi vostri! Forza vestitevi, anche lei, giovanotto. Si rivesta. Che cosa aspetta! Andrà a far compagnia alle due pulzelle“.
“Signor commissario…“.
“Il commissario lo conoscerà in Centrale, tra poco. Io sono un agente di polizia“.
“Signor agente, vuole dire che verrò denunciato, che il mio nome si leggerà sui giornali?“.
“Eh, ho paura di sì. Se non sbaglio una delle due fanciulle è pure minorenne, come tante altre, del resto. Ti beccherai una bella denuncia…”.
“Io…, ma, signor commissario, è assurdo, io ero venuto per dei massaggi curativi, non sapevo…, lo giuro!“.
“Non faccia lo spiritoso. Comunque, quello che ha da dire lo dirà in Centrale“.
“ Mo io non posso venire in Centrale! Il mio nome…, sui giornali…, tutti rideranno di me. Verrò licenziato! Io svolgo un incarico di alta fiducia, non posso espormi al ridicolo! Subire l’infamante accusa di corruttore di minorenni! Io non ho mai fatto male a nessuno, signor commissario! Mi licenzieranno! Mi lasci andare, per favore…, pensi alle conseguenze…“.
“Doveva pensarci lei prima di venire qua…“.
“Mi licenzieranno…“.
“Doveva pensarci prima. E poi mica la licenzieranno ! Capiranno, di sicuro capiranno…“.
“… perciò, in considerazione di quanto occorsole e della pubblicità negativa derivatane alla nostra azienda e al nocumento d’immagine, siamo costretti a rinunciare fin d’ora alla sua collaborazione.
L’indennità di anzianità e tutte le competenze accessorie le verranno liquidate a norma del vigente contratto di lavoro…“.
Fra i romanzi di Sergio Cioncolini pubblicati da Pendragon ricordiamo Il cortile del diavolo (2011), I giorni corti (2012), Andava a veder morire i piccioni (2014), L’albero delle bionde (2015), Un’isola sottovento (2016), Un coltello di ceramica verde (2018), Danni collaterali (2019) e Vacanza di sangue (2020).