«Io non riproduco la vita, faccio una dichiarazione sui valori umani. La mia opera artistica si occupa di individui che conducono un’esistenza di pacifica disperazione. Mostro il vuoto, la fatica, l’invecchiamento, la frustrazione. Queste persone non sanno reggere la competitività. Sono loro, i veri esclusi». Con questa affermazione che risale agli anni 80, Duane Hansonintroduceva ” la mostra antologica del 2002, al PAC/Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, intitolata More Than Reality. 30 sculture più vere del vero.

Duane Hanson, Two Workers, 1993

Americano di Alexandria, nel Minnesota, questo genio di una common people che andava scolpita coi materiali più disparati – dalla resina di poliestere alla fibra di vetro, fino al bronzo – fa obbligatoriamente parte dell’elenco dei 29 iperrealisti che a Roma rendono Sembra vivo! l’evento da non perdere per nessuna ragione al mondo (sbrigatevi: avete ancora pochi giorni a disposizione). Ideata dall’Institut für Kulturaustausch tedesco e curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario, questa spettacolare esposizione di casa a Palazzo Bonaparte non si limita con la potenza delle sue 43 installazioni a ribadire una realtà così reale da proiettarci confusi e felici in un mondo borderline fra il vero e il falso, ma ci grida con quel “sembra vivo! ” che sotto il silicone, il pigmento, la resina, il poliuretano espanso e il bronzo c’è un cuore che batte, il sangue che scorre e che tanta è la voglia di accarezzare, palpeggiare, pizzicare l’epidermide di queste eclatanti sculture.

Marc Sijan, Embrace, 2014

Con grande verosimiglianza, innescando un vero e proprio cortocircuito visivo, vengono emulate le forme, i contorni e le texture del corpo umano o di singole sue parti. Sicchè nella prima sezione intitolata Mosse ingannevoli: cloni umani, iperrealisti quali lo stesso Duane Hanson e poi John DeAndrea, Jacques Verduyn, Daniel Firman, Mathilde Ter Hehijne e il duo Elmgreen & Dragset danno letteralmente vita alle loro problematiche, irriverenti “sculture in carne e ossa” dettagliate fin nei minimi particolari, mentre Nobile semplicità: sculture monocromatiche si concentra in particolare su George Segal (onnipresente quando si parla di Pop Art) e sull’assenza di colorazione naturale nelle sue figure, imprescindibile paradigma per altri scultori quali Robert Graham, Brian Booth Craig e Fabio Viale che utilizzano l’effetto monocromatico: all’apparenza dimesso, in buona sostanza cruciale.

Ron Mueck, Dark Place, 2018

La terza sezione, Pezzo per pezzo: parti del corpo, si snoda fra gli stupefacenti busti femminili di Carole A. Feuerman; sulle braccia scolpite da Maurizio Cattelan che si protendono in un inequivocabile, dittatoriale postura; sulla testa di Andy Warhol, creata con maniacale precisione da Kazu Hiro; sui tatuati, infantilmente disegnati dettagli anatomici di Valter Adam Casotto. Teatralizza invece le dimensioni, ampliandole o riducendole in modo radicale, Cambio di prospettiva: giocare con le proporzioni. Vedere per credere i formati insoliti e parossistici di Ron Mueck, le disarmanti e nude fragilità di Sam Jinks e di Marc Sijan, le nevrili emotività extra-ordinarie di Zharko Basheski.

Kazu Hiro, Andy Warhol, 2013

Persuasivamente intitolata L’io manipolato: realtà deformate, la quinta sezione indaga ogni possibile/immaginabile diversità: dalle creature mostruosamente distorte di Evan Penny e di Patricia Piccinini, alle evidenti mutilazioni di Berlinde De Bruyckere; dalle erotizzanti pin ups sadomasochiste scolpite da Allen Jones ai morbidi, pubblicitari nudi femminili creati da Mel Ramos.

Mel Ramos, Chiquita Banana, 2007

Oltre la specie, infine, si mette a scolpire un universo animale che è il risultato di allevamenti intensivi, mutazioni, innesti. Talmente iperrealistico, il tutto, da dare per scontati il serpente arancione e il polpo viola di Carsten Höller. Per non dire dei cani di Thomas Grünfeld, ibridati coi bovini e con gli ovini.

Carsten Höller, Polpo, 2014

Si spinge insomma a tal punto, Sembra vivo!, da farci esclamare – come leggenda narra, Michelangelo e il suo Mosè protagonisti «Perché non parli?». Senza impugnare il martello, però.

Sembra vivo!
Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei
Fino all’8 ottobre 2023, Palazzo Bonaparte, piazza Venezia 5 (angolo via del Corso), Roma
tel. 068715111
Catalogo Skira, € 33