Nel 1975 durante un’intervista alla BBC con Bob Harris, John Lennon disse dei suoi compagni ex Beatles: «Sono contento che tutti stiano andando bene ma lo sono di più per Ringo, perché ha trovato una sua nicchia di pubblico che lo apprezza. Ero più che certo che Paul avrebbe avuto successo, ma con un batterista non puoi mai esserne sicuro». 46 anni dopo, la carriera da solista di Ringo Starr è ancora alle stelle e il suo nuovo Ep Zoom In che include 5 brani ed è stato inciso lo scorso anno nel suo studio di casa durante il lockdown, lo dimostra ampiamente.
Ringo Starr
© Scott Robert Ritchie
Si inizia con il singolo Here’s To The Nights, pubblicato online poco prima di Natale senza alcuna campagna promozionale (cosa alquanto strana per una nuova canzone di un ex-Beatle, che fa sempre notizia) che ha comunque creato forti aspettative tra i fan confermate (e superate) dalla pubblicazione di questo Ep. È la tipica canzone “da festa” e molto orecchiabile, ma forse un po’ troppo sdolcinata e iper-arrangiata tanto da mettere un po’ in ombra artisti del calibro di Paul McCartney e Dave Grohl (Foo Fighters) ai cori, difficilmente distinguibili.
Zoom In Zoom Out è invece un bel brano blues rock scritto con Jeff Zobar che vede la presenza di Robby Krieger (The Doors). È una canzone “solida”, che presenta ottimi riff chitarristici e una forte performance vocale di Starr. Magari la qualità del testo è un po’ scadente, ma se Ringo ha deciso di rivolgersi così a quella che è la sua nicchia di pubblico per gli anni 20, ha certamente fatto centro.
Radiofonico com’è, forse Teach Me To Tango avrebbe potuto essere il singolo principale. Pezzo di facile ascolto, snocciola “schitarrate” d’alta classe e una fantastica batteria (di Ringo), tanto per non dimenticare che è lui “il maestro del drumming”. Brano dal tocco latino ben definito, decisamente diverso dagli standard dell’artista.
Nella quarta traccia, Ringo Starr assume una nuova identità che ci piacerebbe chiamare Reggae Ringo, dal momento che Waiting For The Tide To Turn è un brano reggae ambizioso e davvero brillante. Senza dubbio il pezzo più forte di Zoom In, con il suo classico ritmo sostenuto dalle trombe a tutto volume. Da sempre amante della musica giamaicana, Ringo si mette alla prova con questo genere con ottimi risultati.
Spetta a Not Enough Love In The World chiudere il disco. Scritto da Steve Lukather e Joseph Williams, è un altro brano pop molto facile e orecchiabile che fa da eco al messaggio di pace e amore che Ringo rivolge a tutto il mondo. Steve Lukather contribuisce con la sua chitarra “bruciante”, il tutto supportato da un ottimo arrangiamento di corno.
Nel complesso Zoom In è uno sforzo ambizioso e ben realizzato. Anziché confezionare un album completo con canzoni mediocri, Ringo ha preferito utilizzare il formato extended play evidenziando così il massimo impegno in ogni traccia. La sperimentazione di genere è davvero interessante e dimostra che il suo straordinario talento musicale è ancora fiorente all’età di 80 anni (ben) suonati.
Annotazione finale per i collezionisti: l’Ep è disponibile in versione Cd, musicassetta e Lp (quest’ultimo anche nell’edizione limitata in vinile rosso).