L’8 maggio scorso ha preso il via al Teatro Al Parco di Parma la 6° edizione di Intersezioni & Next Generation, l’appuntamento dedicato alla danza contemporanea e alle arti performative diretto da Monica Casadei e curato da Artemis Danza. 6 gli appuntamenti in città, programmati fra maggio e giugno, destinazione anche in location non convenzionali, coreografie firmate sia da autori emergenti, sia da nomi affermati della scena tricolore.
Prima serata fra le mura dello storico Teatro delle Briciole, con 3 compagnie e 2 influenti scuole di danza: di Roma e di Firenze. Con la coreografia di Valerio Longo è di scena il Balletto di Roma – Cap Project, autorevole “focus ” sull’approfondimento tecnico, la combinazione di balletto e linguaggi contemporanei, la preparazione atletica, la teatralità e lo sviluppo creativo. Elementi che emergono in Garden con l’interpretazione di Alice Fenu, Camilla Candiolo, Eleonora Poligioni e Alessi Viola. 4 delicate danzatrici-farfalle che si connettono, attraverso la gestualità dei loro corpi, in un ipotetico abbraccio con la natura fatto di cinguettii, rumori, suoni eterei. L’umano desiderio alla disperata ricerca di un habitat dove l’armonia sia fonte di serenità. Nel nero vuoto del palcoscenico, quasi a contatto con il pubblico, le luci di Emanuele de Maria scandiscono il tempo. La soave prodezza delle danzatrici è un invito ad approcciate la natura intesa come parte integrante, non prevaricante, dell’ambiente.
Garden
Sorprendente il dipanarsi di Standpoints, curato da Roberto Tedesco per la COB Compagnia Opus Ballet di Firenze diretta da Rosanna Brocanello. È un estratto della produzione Callas, Callas, Callas andata in scena nel 2023 in occasione del centenario dalla nascita del soprano, che all’epoca puntò sulla coreografia di 3 giovani, già affermati professionisti del linguaggio contemporaneo: Adriano Bolognino, Carlo Massari e Roberto Tedesco.
Giuliana Bonaffini, Aura Calarco, Emiliano Candiago, Matheus Alves De Oliveira, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Riccardo Papa e Frederic Zoungla fanno la loro comparsa alla spicciolata, utilizzando posture incredibilmente inusuali: c’è chi cammina sulle punte accovacciato su se stesso, chi ha un incedere tremolante, chi è in preda a vibrazioni. Le sequenze musicali di Giuseppe Villarosa scandiscono suoni elettronici, frammenti di celebri arie della Divina, unione di corpi pulsanti e il brano Cuore di Rita Pavone da udire in sottofondo.
Standpoints
© Susanna Vasè
La messa in scena, architettonicamente coreografica, vede le luci di Giacomo Ungari e i costumi a bustier scarlatti unisex (realizzati dall’Opificio della Moda e del Costume) che sagomano le gesta e i volti coperti da velette rigide, quasi spaziali. Spiega il coreografo, Roberto Tedesco: «È la stessa Maria Callas a suggerirci con le sue parole la metafora della maschera. Tutte le maschere che indossiamo ci consentono di proteggere il nostro vero IO da potenziali minacce».
Il risultato è un danzare astratto, pulsante, vigoroso, che può suggerire, evocare, imprimere nell’atmosfera e nella memoria il Futurismo caro a Filippo Tommaso Marinetti. Performance straordinaria, meritevole di un lungo applauso. Di certo la più coinvolgente della serata.
Infine, la Compagnia Artemis Danza di Parma impegnata nello Stabat Mater di Gioachino Rossini. Produzione andata in scena lo scorso marzo, in prima assoluta, nello storico Teatro di Pesaro che porta il nome dell’illustre compositore. «Un tributo corale all’anima delle donne e al loro amore universale, incarnato dalla madre per eccellenza», ha dichiarato la coreografa ferrarese Monica Casadei.
Stabat Mater
© Claudio Montanari
La composizione di Rossini, in questa serata che per miracolo coincide con l’elezione di Papa Leone XIV, suona profetica come l’Ave Maria da lui stesso recitata al suo insediamento. In un fermo immagine ispirato alla Pietà di Michelangelo, immobili corpi scultorei si avvalgono della performance solista della carismatica Michelle Atoe. Le espressioni dei volti, così intense, catturano la scena. Diapositive in movimento mettono in evidenza una pièce profonda e suggestiva, dolorosa e tragica. 30 minuti di potenza rossiniana interpretati dall’attuale collettivo formato da Julia Canard, Monica Castorina, Arianna Cunsolo, Alfonso Donnarumma, Chiara Falzone, Costanza Leporatti, Enrico Luly, Gioele Marcante, Chiara Matterazzo, Mattia Molini, Minami Michiwaki, Clarissa Pizzo e Carlotta Quercetani.
All’uscita, attraversando nelle tenebre il Parco Ducale, commento con la mia amica Susanna le 3 differenti compagnie, analizzando le diverse emozioni attraverso le quali la danza sa coinvolgere ogni singolo spettatore. Ci ha trovate d’accordo la coreografia di Standpoints, che meritava l’apertura o la chiusura della serata. Un atto performativo che si è ben distinto dalle altre proposte. In ogni caso, siamo già pronte per i prossimi appuntamenti parmigiani : Workout Pasubio, Cimitero Monumentale della Villetta, Borgo Santa Brigida, Galleria San Ludovico, Palazzo Marchi.