Bisogna proprio dire che i White Denim danno grandi soddisfazioni. Ogni album del quartetto texano from Austin ha quel qualcosa in più che le band americane uscite nell’ultima dozzina d’anni non hanno: sono un cocktail avvincente di sfida e fantasia. Il 2019 ha già visto l’album di studio Side Effects, uno dei più belli della loro brillante discografia, insieme a Corsicana Lemonade (2013 – prodotto da Jeff Tweedy dei Wilco) e Stiff (2013 – prodotto da Ethan Johns); ma visto che i White Denim non sanno stare con le mani in mano, ecco il live In Person: 23 brani x 70 minuti registrati lo scorso agosto al Radio Milk di Austin durante una tripletta di show. Piccolo particolare: tutti i brani sono inediti, eccetto 1.

Chi riesce a spiegarci che genere facciano i White Denim merita una medaglia. Nella loro decina di album sono riusciti a centrifugare di tutto: un secondo senti echi Steely Dan e quello dopo sono roboanti come Blue Öyster Cult; un altro partono con dei fluidi beat stile Santana e girato l’angolo te li ritrovi in chiaro trip Phish; un altro ancora giocano con il Frank Zappa più psicotico e poi, boom, arrampicate Talking Heads. Se poi nel giro in giostra vi vengono in mente pure i Von Bondies e i Meat Puppets, avete colto molto bene. Insomma, James Petralli, leader del gruppo e novello Trey Anastasio, è un tizio che sa il fatto proprio, ama cambiare marcia e giocare a piacimento con il gas. E chi entra in sintonia – soddisfazione garantita.

In Person, fra i tanti punti di vista che può sfoderare la musica White Denim, gioca la carta di un prog zappiano aggiornato ai giorni nostri – e, per quanto possa sembrare bizzarro, per lo più giocato su tempi brevi, con la gran parte dei numeri non oltre i 2 o 3 minuti, come se i 4 volessero sovvertire ciò che sembrava dato per scontato (tempi lunghi, forse anche lungaggini). La corsa non offre un secondo di respiro, o ci sei o molli il colpo: l’ascolto tutto d’un fiato delle varie Mirrored 2, Mirrored 3, Say, DD, Zin, River 2 (oltre 7 minuti – unione impossibile fra Carlos Santana e David Byrne), Shanalala (il pezzo già edito, già singolo apripista di Side Effects) e Slyme, è uno slalom di sensazioni & note uniche nel panorama odierno dei gruppi americani millennials. Ma che i White Denim fossero speciali e diversi ce ne eravamo accorti già da molto tempo. Avvertenza del bugiardino: se non li conoscente non iniziate da qui, perché In Person è rivolto più che altro agli iniziati.