In un mondo davvero politicamente scorretto e con il corretto vocabolario di slang inglese, Epic Soundtracks (1959-1997) e Nikki Sudden (1956-2006), i nom de plume dei fratelli Godfrey, rispettivamente Kevin Paul e Adrian Nicholas, li tradurremmo cosi: Gemiti Epici e Eiaculazione Precoce. Contenti? Noi – molto. Detto ciò, qui bisogna davvero tessere le lodi alla ristampa di The Bible Belt (1983), il 2° album solista dopo che i 2 brothers londinesi chiusero la partita Swell Maps, 1 dei gruppi post punk/prima new wave che non ha avuto il successo che avrebbe meritato ma, d’altra parte, ha senza dubbio creato un culto che nel tempo si è solo consolidato.

Nikki Sudden (1956-2006)

Look da tipico die hard rocker ubriaco di Keith Richards e di Marc Bolan, del Bob Dylan hipster e di Johnny Thunders, di John Cooper Clarke e di Patti Smith, di Peter Perrett e di Ron Wood – Nikki Sudden negli anni 80 è stato davvero un antidoto per chi mal tollerava l’ascesa tutta arenarock dei Bono Vox, il maquillage dei Simon LeBon e il pompatissimo splin dei Morrissey. Lui, il Godfrey maggiore, rispondeva con ballate minacciose da sister morphine/wild horses stonesiani e pezzi rock sempre sul punto di rompersi – e, proprio per questo, affascinantissimi. E The Bible Belt ne è una bella sintesi. Per inciso, non è la prima volta che il suo disordinato catalogo è ristampato e messo “a modino“, tipo che la sempre benemerita Numero Group già una decina d’anni fa scarsi regalò belle ristampe dei suoi album anni 80. Ma andiamo con ordine, che qui la storia è complessa – e prevede, immaginiamo inaspettatamente per molti ascoltatori monotematici, il vero inizio della Big Music dei Waterboys. Seguiteci.

Nikki Sudden con Anthony Thistlethwaite e Max Edie aka Lizard

Nikki aveva esordito in solo con il già molto affascinante Waiting On Egypt (1982), forte di pezzi di diamantina bellezza come Johnny Smiled Slowly, Back To The Coast e All The Gold – e che vedevano in formazione il sassofonista/poli-strumentista Anthony Thistlethwaite. Capita che, toh, l’ancora confuso sul daffarsi Mike Scott, scozzese che bazzica il giro londinese, rimanga folgorato sia dalle canzoni di Sudden sia dal piglio poliedrico di Thistlethwaite (che già ebbe esperienze con il Robyn Hitchcock post Soft Boys). Il salto verso i Waterboys è presto fatto. Ma il rock è anche un patto di sangue e di lealtà – o almeno qualcuno lo ha raccontato così. Anto e Mike fanno comunella – ma non abbandonano l’ex Mappe-delle-onde-lunghe, anzi, gli fanno da scudieri nel disco seguente. Ed eccoci alla gloria di The Bible Belt, che a proprio modo è un po’ una prova generale della Grande Musica scolpita nell’iniziale trilogia dei Portaborracce sfociata, ovviamente, nel capolavoro This Is The Sea (1985). Minuzia di vecchio ascoltatore: Scott e Thistlethwaite al tempo di A Pagan Place (1984) dei Waterboys incisero Cathy di NS – che trovate nell’edizione deluxe (2002) del suddetto album.

L’opera è fra le più belle di Sudden, appena un gradino sotto i suoi personali capolavori Texas (1986), Back To The Coast (1990), Liquor, Guns And Ammo (1991 – inciso con i R.E.M., negli stessi mesi pronti allo stardom di Out Of Time) e Red Brocade (1997). L’equilibrio di trovatore fra distinto punk, malandato rock e sottile, fragile folk che rimanda ai Fairport Convention (di cui Nikki si è sempre dichiarato fervente estimatore), è tutto lì a splendere in molti dei pezzi fatti di gloria barbona, come direbbe Neil Young. Vedi English Girls, folk mercuriale inchiodato fra Bolan e Dylan – e con ospite Dave Kusworth, con il quale Sudden formerà i Jacobites di lì a poco (ma questa è un’altra, splendida storia… che qui trova prime fondamenta). Vedi The Angels Are Calling in duetto con la compagna Lizard (al secolo Max Edie – che i più attenti rammenteranno, appunto, coi Waterboys di This is The Sea), dove il profumo Convention è inebriante. Vedi la dolente Chelsea Embankment, punteggiata dal piano di Scott – e che avrà un seguito nella splendida Chelsea Springtime dei Jacobites. Vedi il tiro selvaggio di Missionary Boy, con ancora ospite Lizard. Vedi l’up tempo molto Stones dell’acme The Road Of Broken Dreams, con ancora Scott a lasciar pesante impronta con piano, chitarra e voce – nonché 1° atto della cosiddetta Sophie Series, gruppo di 5 canzoni che Nikki disseminerà fra altri dischi solo e Jacobites.

La copertina originale di The Bible Belt (1983)

Questa versione Easy Action ha tutto per farsi amare. Art work ripensato rispetto all’originale, buona messe di fotografie, note epigrafe dal diario privato di Nikki Sudden (sfociato nello strepitoso libro L’ultimo bandito/Una vita rock’n’roll del 2006, curato da Simone Caltabellota – caso più unico che raro, edizione originale in italiano) – ma, soprattutto, la bellezza di 11 pezzi inediti sotto il nome Early Session, registrati il 19 maggio 1982, che regalano perfetta fotografia ampliata di un album che resta un piccolo, grande classico: sia per significato storico, sia per qualità artistiche. Per il resto, fasten your cintura biblica – che qui le emozioni sono forti.