Un mese dopo la scomparsa di Burt Bacharach (1928-2023), The Songs Of Bacharach & Costello (box set con 2 Lp, 4 Cd e 1 libro, o doppio Cd) diventa il 1° omaggio postumo al leggendario maestro della canzone americana, ripercorrendo le tappe di una collaborazione inattesa e fortunata. L’ampiezza dei contenuti e la cura nella realizzazione del cofanetto, cui lo stesso Elvis Costello ha contribuito con un lungo saggio, raccontano di un progetto articolato, minuzioso e preparato da tempo, che alla versione rimasterizzata di Painted From Memory, unico album realizzato dalla coppia e pubblicato nel 1998, aggiunge molto altro materiale correlato (comprese 19 registrazioni mai pubblicate prima d’ora e 3 inediti assoluti), utile a fare comprendere che fra i 2 non si trattò di un innamoramento fatuo o di un flirt durato una sola stagione.

Nell’autobiografia intitolata Musica infedele & inchiostro simpatico, Costello dedica diverse pagine al suo incontro con Bacharach e alla loro collaborazione, insistendo più volte su un concetto: era difficile, in sua presenza, non diventare invisibili e non farsi inghiottire dal suo carisma. Elvis, che a dispetto della sua antica immagine di giovane arrabbiato scambiato per punk aveva cominciato a frequentarne il songbook fin dai tempi di un “package tour ” organizzato dall’etichetta Stiff nel 1977 per promuovere i suoi artisti (“Quando con gli Attractions iniziammo a fare I Just Don’t Know What To Do With Myself , scrive nel libro, “c’era un sacco di gente che pensava che stessimo scherzando”) fece del suo meglio, nelle session di scrittura e di registrazione tenute nel 1998 tra la California e New York, per rispondere all’”effetto destabilizzante delle strane notazioni del tempo di Burt o dei suoi ritmi rarefatti ” aggiungendovi la sua scrittura altrettanto ricca di curve e di zig zag: mai, o quasi, la via più veloce per compiere il tragitto dal punto di partenza a quello di arrivo, eppure spesso la più efficace e soddisfacente. Insieme, spesso seduti l’uno di fronte all’altro al pianoforte, crearono un nuovo modello di canzone pop accattivante, elegante, classica, ma al tempo stesso moderna e non scontata.

Burt Bacharach ed Elvis Costello

Si erano incontrati la prima volta agli Ocean Way Studios di Los Angeles a fine anni 80 mentre Costello registrava Spike. Poi, su richiesta dei produttori di Grace Of My Heart (film ispirato alla figura di Carole King e di quegli autori che, come Bacharach, fecero la storia del Brill Building newyorkese sfornando nei 60 hit a ripetizione), iniziarono a collaborare a distanza (via fax, tra Dublino e Los Angeles) per una canzone destinata a commentare una delle scene chiave della pellicola: nacque così God Give Me Strenght, la ballata drammatica e maestosa che di Painted From Memory è il pezzo conclusivo, il climax emotivo e il capolavoro; una composizione iniziata in solitudine da Elvis al pianoforte e al cui spartito musicale Burt rispose con una serie di “minuscole annotazioni”, allungando e modificando frasi, battute e intervalli, aggiungendo “il più grande rullante di tutti i tempi” e un arrangiamento per flicorni.

Tutto Painted From Memory funziona così, come una danza di corteggiamento di Costello a Bacharach, che a volte costringe il partner ad arrampicarsi su melodie che coprono più di 2 ottave mettendone a dura prova la voce poco convenzionale e il caratteristico vibrato, mentre lui risponde con testi lontani dal candore di certa musica “leggera” dei 60, come annuncia il 1° pezzo, In The Darkest Place, arrangiato per flauto, archi, cori femminili e sezione ritmica: 1° di una serie di incursioni nei recessi bui dell’anima tra ricordi, rimpianti e nostalgie.

Il minimalismo non è contemplato (se ne incarica The Sweetest Punch, l’album gemello, asciutto e jazzato che Bill Frisell incise quasi contemporaneamente con Cassandra Wilson e Don Byron): Bacharach arrangia e dirige fiati e archi sfarzosi (sostituito nella title track da un’altra leggenda, il Johnny Mandel protagonista di incisioni storiche a fianco di Count Basie, Frank Sinatra, Barbra Streisand, Tony Bennett e tanti altri) arricchendo una sequenza di sontuose ballate in cui suonano anche il braccio destro di Costello Steve Nieve (tastiere) e turnisti di lusso, di tonalità, colori strumentali e umori cangianti, tra i flicorni di Toledo, il violino, la musette francese e il break di chitarra elettrica di Dean Parks in This House Is Empty Now, il sax baritono in stile lounge di Tears At The Birthday Party, il duetto vocale con Lisa Taylor di My Thief, l’oboe, le percussioni brasiliane e l’assolo di Moog suonato da Greg Phillinganes in The Long Division, il ritmo bossa di Such Unlikely Lovers, il tono agrodolce di The Sweetest Punch e l’eleganza malinconica e introspettiva di I Still Have That Other Girl, l’altro pezzo forte premiato da un Grammy Award nel 1998.

Sembravano acqua e olio, e invece in Painted From Memory i 2 autori trovano un linguaggio comune: Bacharach raddrizza certe storture di Costello, Costello proietta luci e ombre sulle partiture di Bacharach con le parole che sceglie per accompagnarle. È una masterclass in songwriting, una coraggiosa fusione tra 2 filosofie musicali e 2 background diversissimi, 1 ping pong in cui la strana coppia prolunga gli scambi e dà l’idea di divertirsi parecchio. Un disco senza melodie da fischiettare alla Raindrops Keep Fallin’ On My Head, maturo e profondo, notturno e da meditazione come un vino strutturato da gustare da soli, a casa, di sera, eppure premiato da risultati commerciali che sorpresero i suoi stessi autori.

Il secondo Cd incluso nei 2 formati, intitolato Taken From Life, aggiunge dettagli ma a volte depista senza seguire un apparente filo logico o cronologico: la sobria e sognante chitarra di Bill Frisell dialoga con la voce scura della Wilson e con il clarinetto di Byron, il timbro aggressivo di Audra Mae (pronipote di Judy Garland) e il piglio attoriale di Jenni Muldaur (evidente soprattutto in una brechtiana Shameless) animano il repertorio extra che il duo compose per uno spettacolo teatrale incentrato su Painted From Memory, destinato a Broadway e mai andato in scena, mentre vengono riproposti anche i brani firmati Bacharach-Costello apparsi nel 2018 sul terz’ultimo album pubblicato dall’inglese. Decisamente più interessante l’inclusione del tambureggiante numero da musical You Can Have Her e di Look Up Again, inediti registrati da Costello nel 2021 con la direzione di Bacharach e con gli arrangiamenti orchestrali di Vince Mendoza; e della title track Taken From Life, ballad con grandi sbalzi armonici e melodici incisa con gli Imposters nel 2022 e anch’essa mai ascoltata fino ad oggi.

Il box set deluxe aggiunge demo, cover di Bacharach eseguite da Costello a inizio carriera con gli Attractions e con Nick Lowe, registrazioni dal vivo in duo con Steve Nieve o con lo stesso Bacharach in occasione delle poche esibizioni live della coppia nel 1998. Ma è il doppio Cd a chiudersi nel modo più opportuno e commovente, con Lie Back And Think Of England: scritta, dopo il celebre cameo di Burt & Elvis nel film Austin Powers – La spia che ci provava con una versione di I’ll Never Fall In Love Again, per un altro spettacolo teatrale poi sfumato proposto dall’attore Mike Myers: un demo del solo Bacharach registrato in casa dalla sua tour manager Sue Main, il suo fedele pianoforte e la sua voce fragile e raggrinzita che danno addio al pubblico e alla musica prima di spegnere definitivamente la luce.